Benvenuti nel sito ALTRA MUSICA di Fabio Fabris

Dal 1993 Altra Musica fornisce consulenza, installazione e vendita dei migliori prodotti HI FI scegliendoli non solo per le caratteristiche sonore, ma anche per l'estetica e l'affidabilità. Nel corso degli anni lo scopo è sempre stato lo stesso!! La passione per la musica, prima di tutto, e la sua corretta riproduzione
Per questo motivo Altra Musica conserva tutte  le prove tecniche, e gli articoli di tutti i prodotti HI FI recensiti dalle riviste italiane, e molte di quelle estere, dal 1969 ad oggi, anche per riscoprire , in quest'epoca dove la parola d'ordine sembra essere "digitale e liquido ", tutto il fascino e il grande suono dell'era analogica.
Set up e controllo di giradischi , bracci e testine, in particolare del famoso LINN LP 12
Riconatura altoparlanti controllo e ricablaggio con con cavo CHORD dei diffusori, aggiornamento componentistica crossover ( ove possibile )

                                                                                                                                                  

 

 

 

AGGIORNATO IL il 1 ottobre 2022

Nella GALLERIA FOTOGRAFICA  una sezione dedicata agli LP  Original Master e una selezione di LP dalla mia  collezione


MUSICA LIQUIDA
Il mondo dell'appassionato di musica ma soprattutto di HI FI, il cosidetto "audiofilo" è sempre stato poco propenso, e a volte a ragione, e  piuttosto dubbioso per quanto riguarda le novità tecnologiche, basta ricordare la oramai passata ( o forse no?....)  diatriba che vedeva  il suono del CD a confronto con quello dell'LP... Non poteva quindi far eccezione la “musica liquida" termine decisamente poco adatto per definire una rivoluzione in campo audio  Ovvio che non si sta parlando di una fruizione di bassa qualità, ma di sistemi, per la prima volta, che non utilizzano supporti fisici,e che permettono, tramite software ad alta definizione e adeguate apparecchiature audio, di godere la musica finalmente senza il "rumore" del supporto fisico, sia esso LP piuttosto che CD
La "musica liquida", quindi, non è "un altro formato" dopo gli innumerevoli tentativi del mercato, come DVD audio SACD DCC Minidisc ecc, ma forse come non mai, la maniera migliore, e sicuramente la più comoda, per gestire la propria raccolta musicale e ascoltarla al meglio.
Parola di "audiofilo" !!

STEREOGUIDA E LA SCALA DI BOSTON

Spesso mi capita di rovistare tra le centinaia di riviste di hi-fi che tengo nel magazzino del negozio (il bagno....)  Una volta erano ben catalogate , per anno e numero, ora sono accatastate più disordinatamente. Si tratta di tutte le riviste di alta fedeltà che sono uscite in Italia, dal primo numero di Stereoplay, con Raffaella Carrà in copertina, a Suono, Audiovisione del mitico Marino Mariani di bianco vestito , passando per Superstereo, Audioreview, Stereo ecc fino al recente Fedeltà del Suono  Mi sorprendo leggendo, rileggendo , riviste che erano leggibili, interessanti, certamente più piacevoli di quelle di oggi, che oramai denunciano lo scarso interesse per questa nostra bellissima passione e che tirano avanti con pessimi risultati dal punto di vista estetico e dei contenuti, con enormi ed orrende fotografie  per riempire pagine altrimenti difficilmente riempibili con le parole. Vedere le centinaia di pagine dei Suono degli  anni 70-80 e le striminzite 95 pagine quasi tutte di orrenda e volgare pubblicità e poi di nulla...fa amarezza e dispiacere soprattutto a chi, come me, ha dedicato la sua vita lavorativa in questo settore. Io e molti altri si aspettava l'uscita di Suono in edicola, ed erano settimane di lettura per le prove tecniche, sempre accurate e professionali, per i contenuti, le indagini di mercato, le recensioni dei dischi, e che dischi.....Ora una di queste riviste, quelle superstiti ( per quanto ancora? ) si legge in 15 minuti e onestamente senza alcun interesse. Ma probabilmente è così in tutti i settori.....Cercando una vecchia prova mi sono inbattuto nel primo numero di STEREOGUIDA, una rivista a tema che usciva con cadenza trimestrale, parallelamente a Suono e Stereoplay,  dell'inverno 1976-1977, era pubblicata dal gruppo Publisuono, quello di Suono e Stereoplay, appunto. Il numero uno trattava dei giradischi, essendo in quel periodo l'unica, vera, sorgente hi-fi  (come ora, del resto....) La rivista è ancora in ottimo stato di conservazione nonostante siano passati 40 anni
La rivista prende in esame i giradischi dell'epoca dividendoli per marca e prezzo e  una selezione di " prove" principalmente fotografiche dove venivano analizzati i più famosi giradischi presenti sul mercato. Ci sono anche semplici e dettagliate spiegazioni, ancora assolutamente valide , su come installare una testina sul braccio, sui  vari tipi di trazione, cinghia o direct drive, differenze tra testine MM e MC e 16 prove dall'economico lenco L 82 da 125 mila lire al costoso e lussuoso Denon 3500 F da oltre un milione di lire ( siamo nel 1977 e uno stipendio medio era di 300 mila lire mensili ) Incredibilmente in queste prove vengono analizzate le caratteristiche tecniche principali o almeno quelle che a quei tempi erano considerate tali, ovvero wow e flutter e rumble e precisione dei giri, ma mai che si parli DI COME SUONANO !!  E quelli che sulla carta, in base alle caratteristiche tecniche, praticamente tutti i trazione diretta, avrebbero dovuto essere i migliori, vennero rapidamente dimenticati, mentre altri , uno in particolare continua ad essere prodotto, che non sembravano avere prestazioni  altrettanto eccellenti, sarebbero poi risultati all'ascolto, più raffinati e ben suonanti. Quindi " che cosa" distingueva un giradischi "ben suonante " da uno con "eccellenti caratteristiche tecniche" non era chiaro a molti costruttori, che progettavano e costruivano il giradischi per...far girare i dischi. Che sembra la cosa più ovvia del mondo, ma non lo è, non lo era nel 1976 e purtroppo non lo è ancora oggi, visto che portare a spasso un disco LP a 33 giri e un terzo è la cosa più facile che deve fare un giradischi. Nella realtà le cose sono estremamente più complesse e certamente più difficili da spiegare, visto che basterebbe per un momento pensare  a quante "informazioni " ci sono all'interno di un solco di un paio di decimi di millimetro. dalle armoniche di un violino, grandi pochi micron, fino alle esplosioni strumentali della Sinfonia Fantastica, passando per le cannonate della 1812 o la chitarra di Hendrix. Quindi, semplificando il tutto, quello che distingue un giradischi da un elettrodomestico che " gira i dischi " è la sua  capacità di mettere nella condizione la testina di "estrarre informazioni " microscopiche dai solchi

Proprio perchè microscopiche, una università americana, alla metà degli anni 80, con la collaborazione della rivista The Speaker redatta dalla Boston  Audio Society, cercò di analizzare il processo di riroduzione di un disco LP , ingrandendo il tutto, con un microscopio,  circa 5000 volte, così da poter portare a dimensioni " quasi visibili"  (dal microscopio)  le informazioni più piccole, grandi , appunto, solo pochi micron. Per "vedere " queste modulazioni , però, le pareti del solco diventavano alte circa 50 cm. Si trattava, a questo punto, di "ingigantire " tutto di 5000 volte .... e così la fragile puntina in diamante  diventa alta circa 6-7 metri e il cantilever circa  15 . La testiina che è lunga 2 cm diventa grande come un grande condominio.  Il braccio di lettura, lungo dai 21 cm per i modelli da 8 pollici fino ai 30 cm dei 12 pollici, diventa lungo da 1 a 1.5 km.....la massa del braccio, circa 9 grammi e il peso di lettura di un paio di grammi diventano....potete immaginarlo.  Durante l'ascolto del vostro disco preferito la puntina sopporta tremendi cambi di direzione per via delle modulazioni, brusche accelerazioni, cambi di gravità per tentare di rimanere saldamente all'interno delle pareti del solco e lo deve fare per circa un chilometro ( la facciata di un disco dura circa 25 minuti, quindi un disco LP circa 50 minuti, per 33 giri sono circa 1650 giri, per una media di 80  cm a solco  ) la frizione dalla puntina con il solco stesso porta la temperatura dello stilo ad oltre 150 gradi  ( reali, non ingranditi di 5000 volte ! ) non per nulla è consigliabile riascoltare la stessa facciata di un disco dopo mezz'ora, se non addirittura dopo un giorno. In un semplice brano musicale ci sono enormi quantità di frequenze a differenti livelli e le pareti del solco contengono frequenze basse che letteralmente portano a spasso stilo e cantilever  e contemporaneamente ci sono frequenze e armoniche molto più piccole che devono essere lette. Le informazioni più piccole sono mediamente grandi meno  di un millesimo di millimetro !

Queste sono solo alcune delle enormi difficoltà che un giradischi deve superare , o tentare di superare, per permettervi di ascoltare i vostri dischi nella migliore maniera. Quello che a questo punto dovrebbe sembrare chiaro è che il giradischi , cioè la base del giradischi, NON può avere tolleranze di costruzione superiori a quelle delle modulazioni che lo stilo deve estrarre dal solco.  Quindi il giradischi dovrebbe, per poter ben suonare, essere un miracolo e un capolavoro di precisione meccanica e non  può ricorrere all'elettronica ( quarzo o controlli elettronici ) per tentare di correggere una eventuale scarsa qualità meccanica poichè qualsiasi sistema elettronico interviene per  correggere eventuali problemi di velocità o altro, evidentemente DOPO che l'errore è avvenuto, correggendo quindi l'errore con un ulteriore errore...

 

 

 

 

 

 

 

DIFFUSORI KEF Q CONCERTO META

    Ogni volta che tiro fuori dagli imballi una coppia di Kef mi tornano in mente i diffusori del marchio inglese ma anche i famosi altoparlanti, il tweeter T 27, il famosissimo B 110, ma anche il B 200 o lo straordinario woofer B 139. Mi ricordo tutti i diffusori che ho avuto, e una buona parte di loro era equipaggiata con questi magnifici altoparlanti. Le Linn Kan , le Linn Sara e Isobarik, ma anche le ultrafamose LS3/5 , Le Kef 104, le Chorale le prime che mi vengono in mente. Ma anche le Wilson Audio sulle Wamm, che ovviamente non ho avuto Quindi un costruttore che dal 1962 è certamente tra i più famosi e raffinati, e anche tecnologicamente evoluti. Assieme a B&W probabilmente il primo ad utilizzare programmi computerizzati nella progettazione di cross-over e sistemi per la riduzione delle risonanze dei mobili. Da alcuni anni ( dopo un periodo un poco discutibile almeno dal punto di vista estetico...) Kef probabilmente è sul podio per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo di sistemi di altoparlanti di altissimo livello. Le riviste lo confermano e anche i numerosissimi premi, compresi quelli annuali dell'EISA Da anni la KEF LS 50 , ora nella versione Meta è considerata uno dei migliori mini in commercio, grazie all'altoparlante uniQ. Questo incredibile altoparlante, nelle sue varie versioni più o meno sofisticate, viene montato praticamente su quasi tutti i diffusori. La struttura è praticamente la stessa. Il tweeter viene montato al centro dell'emissione del woofer così da apparire come una unica fonte sonora. Sfruttando la forma del woofer il tweeter poi si trova anche ad avere una sorta di “adattatore di impedenza acustica “ . La nuova serie Q comprende vari modelli, la Q Concerto con stands dedicati , la Q 7 la più piccola da pavimento , poi la 11 sempre da pavimento , la Q 3 e la Q 1da libreria La nuova serie Q Meta utilizza la tecnologia metamaterial absorption technology precedentemente usata sulle serie R , Reference e Blade   L'imballo certo non è al risparmio e garantisce sicurezza durante il trasporto . Libretto di istruzioni, oltre a due “tappi “ in gommapiuma da applicare sul condotto reflex ( che poi un reflex esattamente non è ) nel caso di installazione nelle immediate vicinanze di una parete di fondo .   Dimensioni molto simili alle “sorelle maggiori “ R 3 ( meno di un paio di centimetri più larghe )   una ottima finitura simil legno e una bella griglia in tessuto. La prima impressione ? Molto eleganti e curate !   Oramai l'impianto è sempre lo stesso, rodato, conosciuto, affidabile, con qualche novità   La gamma Cyrus oramai non sorprende, al classico Cyrus One si affianca il Cyrus 7 xr, certamente di una fascia di prezzo più impegnativa . Novità per quanto riguarda le sorgenti. Al classico Cyrus CD si aggiunge una meccanica CD Primare DD35 , un mitico Marantz CD 15 e un LINN LP 12 con Akito e testina MOFI ,cavi Chord e MIT ( dai, tanto non ci costa nulla esagerare ) Stands Norstone, massicci e pesantissimi. Accessori vari EAT e CHORD e un bastoncino di incenso..   Per motivi che ancora mi sorprendono, l'acustica del negozio , dove posiziono l'impianto in prova ,consente in genere di avere una immagine abbastanza sviluppata in larghezza ma decisamente molto in profondità con un effetto a volte sorprendente per quanto riguarda la localizzazione di strumenti e masse sonore e cantanti. Quindi posizionate le KEF che “guardano “ appena l'ascoltatore, ad oltre un metro dalla parete di fondo   Certo non è facile descrivere a parole come “suona “ una coppia di casse acustiche, viste le innumerevoli varianti in gioco, compreso l'umore della giornata. Ma se c'è qualche cosa che stupisce in queste Kef Q Concerto è il fatto di avere l'impressione di averle sempre conosciute. Continuiamo a parlare di bassi, di alti, di dettaglio ? Perchè invece non parliamo di naturalezza e musicalità ? Credo che con la Concerto Kef abbia veramente fatto un miracolo . Il salto dalla precedente serie Q è evidente ( e già si trattava di eccellenti diffusori ) non tanto in termini di timbrica, il marchio inglese ha sempre mantenuto una sua caratteristica impronta sonora , quanto in termini di trasparenza e localizzazione . Si può tranquillamente dire che le KEF Concerto...non ci sono, non si sentono, non si fanno vedere. C'è la musica, solo quella, non sembra provenire dai diffusori, assolutamente, e la cosa che stupisce è una incredibile coerenza, la scena che si crea dietro alle case è corretta, credibile, fluida , non altissima ,ma MOLTO LARGA, oltre i lati delle casse, senza interruzioni, quasi in cinemascope       I soliti brani, quelli che conosco bene per averli ascoltati dal vivo. Certo, non pretendo le stesse emozioni , irripetibili, di un evento dal vivo, non spero di chiudere gli occhi e trovarmi i Dead can dance e Lisa Gerrard davanti, o Fabrizio DeAndrè, quello no, ma spero di lasciarmi andare ed ascoltare la musica e non l'impianto ( cosa che oramai fanno tantissimi pseudo audiofili ), di riconoscere quelle voci, di ritrovare, tramite l'impianto, quei brividi, quelle sensazioni, quell'entusiasmo   Le Kef Concerto fanno questo, hanno i bassi giusti, veloci dettagliati profondi, la gamma media raffinata e vellutata, gli alti trasparenti e rivelatori, ma non ci si pensa, non ci si fa caso   Sono così perfette ? Non lo so, e tutto sommato non mi pongo neppure la domanda, ma se il fine ultimo di queste splendide Kef Concerto è quello di mettersi da parte ed emozionare , divertire o commuovere...beh queste ci riescono veramente alla grande