Spesso mi capita di rovistare tra le centinaia di riviste di hi-fi che tengo nel magazzino del negozio (il bagno....) Una volta erano ben catalogate , per anno e numero, ora sono accatastate più disordinatamente. Si tratta di tutte le riviste di alta fedeltà che sono uscite in Italia, dal primo numero di Stereoplay, con Raffaella Carrà in copertina, a Suono, Audiovisione del mitico Marino Mariani di bianco vestito , passando per Superstereo, Audioreview, Stereo ecc fino al recente Fedeltà del Suono Mi sorprendo leggendo, rileggendo , riviste che erano leggibili, interessanti, certamente più piacevoli di quelle di oggi, che oramai denunciano lo scarso interesse per questa nostra bellissima passione e che tirano avanti con pessimi risultati dal punto di vista estetico e dei contenuti, con enormi ed orrende fotografie per riempire pagine altrimenti difficilmente riempibili con le parole. Vedere le centinaia di pagine dei Suono degli anni 70-80 e le striminzite 95 pagine quasi tutte di orrenda e volgare pubblicità e poi di nulla...fa amarezza e dispiacere soprattutto a chi, come me, ha dedicato la sua vita lavorativa in questo settore. Io e molti altri si aspettava l'uscita di Suono in edicola, ed erano settimane di lettura per le prove tecniche, sempre accurate e professionali, per i contenuti, le indagini di mercato, le recensioni dei dischi, e che dischi.....Ora una di queste riviste, quelle superstiti ( per quanto ancora? ) si legge in 15 minuti e onestamente senza alcun interesse. Ma probabilmente è così in tutti i settori.....Cercando una vecchia prova mi sono inbattuto nel primo numero di STEREOGUIDA, una rivista a tema che usciva con cadenza trimestrale, parallelamente a Suono e Stereoplay, dell'inverno 1976-1977, era pubblicata dal gruppo Publisuono, quello di Suono e Stereoplay, appunto. Il numero uno trattava dei giradischi, essendo in quel periodo l'unica, vera, sorgente hi-fi (come ora, del resto....) La rivista è ancora in ottimo stato di conservazione nonostante siano passati 40 anni
La rivista prende in esame i giradischi dell'epoca dividendoli per marca e prezzo e una selezione di " prove" principalmente fotografiche dove venivano analizzati i più famosi giradischi presenti sul mercato. Ci sono anche semplici e dettagliate spiegazioni, ancora assolutamente valide , su come installare una testina sul braccio, sui vari tipi di trazione, cinghia o direct drive, differenze tra testine MM e MC e 16 prove dall'economico lenco L 82 da 125 mila lire al costoso e lussuoso Denon 3500 F da oltre un milione di lire ( siamo nel 1977 e uno stipendio medio era di 300 mila lire mensili ) Incredibilmente in queste prove vengono analizzate le caratteristiche tecniche principali o almeno quelle che a quei tempi erano considerate tali, ovvero wow e flutter e rumble e precisione dei giri, ma mai che si parli DI COME SUONANO !! E quelli che sulla carta, in base alle caratteristiche tecniche, praticamente tutti i trazione diretta, avrebbero dovuto essere i migliori, vennero rapidamente dimenticati, mentre altri , uno in particolare continua ad essere prodotto, che non sembravano avere prestazioni altrettanto eccellenti, sarebbero poi risultati all'ascolto, più raffinati e ben suonanti. Quindi " che cosa" distingueva un giradischi "ben suonante " da uno con "eccellenti caratteristiche tecniche" non era chiaro a molti costruttori, che progettavano e costruivano il giradischi per...far girare i dischi. Che sembra la cosa più ovvia del mondo, ma non lo è, non lo era nel 1976 e purtroppo non lo è ancora oggi, visto che portare a spasso un disco LP a 33 giri e un terzo è la cosa più facile che deve fare un giradischi. Nella realtà le cose sono estremamente più complesse e certamente più difficili da spiegare, visto che basterebbe per un momento pensare a quante "informazioni " ci sono all'interno di un solco di un paio di decimi di millimetro. dalle armoniche di un violino, grandi pochi micron, fino alle esplosioni strumentali della Sinfonia Fantastica, passando per le cannonate della 1812 o la chitarra di Hendrix. Quindi, semplificando il tutto, quello che distingue un giradischi da un elettrodomestico che " gira i dischi " è la sua capacità di mettere nella condizione la testina di "estrarre informazioni " microscopiche dai solchi
Proprio perchè microscopiche, una università americana, alla metà degli anni 80, con la collaborazione della rivista The Speaker redatta dalla Boston Audio Society, cercò di analizzare il processo di riroduzione di un disco LP , ingrandendo il tutto, con un microscopio, circa 5000 volte, così da poter portare a dimensioni " quasi visibili" (dal microscopio) le informazioni più piccole, grandi , appunto, solo pochi micron. Per "vedere " queste modulazioni , però, le pareti del solco diventavano alte circa 50 cm. Si trattava, a questo punto, di "ingigantire " tutto di 5000 volte .... e così la fragile puntina in diamante diventa alta circa 6-7 metri e il cantilever circa 15 . La testiina che è lunga 2 cm diventa grande come un grande condominio. Il braccio di lettura, lungo dai 21 cm per i modelli da 8 pollici fino ai 30 cm dei 12 pollici, diventa lungo da 1 a 1.5 km.....la massa del braccio, circa 9 grammi e il peso di lettura di un paio di grammi diventano....potete immaginarlo. Durante l'ascolto del vostro disco preferito la puntina sopporta tremendi cambi di direzione per via delle modulazioni, brusche accelerazioni, cambi di gravità per tentare di rimanere saldamente all'interno delle pareti del solco e lo deve fare per circa un chilometro ( la facciata di un disco dura circa 25 minuti, quindi un disco LP circa 50 minuti, per 33 giri sono circa 1650 giri, per una media di 80 cm a solco ) la frizione dalla puntina con il solco stesso porta la temperatura dello stilo ad oltre 150 gradi ( reali, non ingranditi di 5000 volte ! ) non per nulla è consigliabile riascoltare la stessa facciata di un disco dopo mezz'ora, se non addirittura dopo un giorno. In un semplice brano musicale ci sono enormi quantità di frequenze a differenti livelli e le pareti del solco contengono frequenze basse che letteralmente portano a spasso stilo e cantilever e contemporaneamente ci sono frequenze e armoniche molto più piccole che devono essere lette. Le informazioni più piccole sono mediamente grandi meno di un millesimo di millimetro !
Queste sono solo alcune delle enormi difficoltà che un giradischi deve superare , o tentare di superare, per permettervi di ascoltare i vostri dischi nella migliore maniera. Quello che a questo punto dovrebbe sembrare chiaro è che il giradischi , cioè la base del giradischi, NON può avere tolleranze di costruzione superiori a quelle delle modulazioni che lo stilo deve estrarre dal solco. Quindi il giradischi dovrebbe, per poter ben suonare, essere un miracolo e un capolavoro di precisione meccanica e non può ricorrere all'elettronica ( quarzo o controlli elettronici ) per tentare di correggere una eventuale scarsa qualità meccanica poichè qualsiasi sistema elettronico interviene per correggere eventuali problemi di velocità o altro, evidentemente DOPO che l'errore è avvenuto, correggendo quindi l'errore con un ulteriore errore...